Vi sfido a nominare almeno tre persone che, almeno una volta nella vita professionale, vi hanno detto: “Mi sono proprio stancato di questo lavoro, adesso lascio tutto e mi apro un chiringuito in Thailandia”.

Come dite? Ne conoscete ben più di tre? Ah, e voi siete una di quelle?!

Beh, allora questo nuovo numero di Bivi, la rubrica di Tentacoli che racconta esempi perfetti di carriere non lineari, fa proprio al caso vostro. Perché, come ha già spoilerato il titolo, vi parleremo di tre persone dalle carriere ibride che non vi aspettereste, con percorsi apparentemente bizzarri e poco coerenti che, però, hanno trovato un equilibrio…e senza aprire un chiringuito in Thailandia.

Uno di questi, che chiameremo Luca, ogni giorno entrava in ufficio alle 8:30. Caffettino, colazione, commento sul derby con i colleghi e poi dritto al computer, con Excel aperto dalle 9 alle 18. Di lavoro, Luca faceva il revisore contabile. E no, non è una puntata del ragionier Fantozzi né un episodio di “Dimmi che lavoro di merda fai e ti dirò di che tessuto sarà il cappio al collo che indosserai”. Ma l’unica cosa che a Luca faceva davvero passare il tempo in ufficio, non era l’ennesima VLOOKUP tra le colonne “Numero fattura” e “Pagamento”, ma era disegnare caricature dei colleghi durante le call.

Certo, a disegnare sapeva disegnare, e non avrà di certo vinto il premio “lavoratore dell’anno”, però almeno una cosa la sapeva: odiava fare il revisore contabile (lo so, suona assurdo) e avrebbe presto iniziato, inizialmente in parallelo al suo lavoro, a condividere quelle caricature su un profilo social. Oggi, che ci crediate o meno, disegna per riviste e campagne pubblicitarie. Luca ha capito che la creatività non è un hobby da reprimere, ma un capitale che, se ignorato, prima o poi si presenterà alla porta.

E poi c’è Aurora (nome di fantasia). Lei, se vogliamo, ancora meglio. Studentessa di filosofia, addestrata a sviare ogni domanda sul lavoro a ogni Natale da parte di zia Pina, con le spalle larghe su cui poggiare i mattoni di Seneca, Kant e compagnia bella. Ad Aurora, contrariamente a Luca, la materia piaceva: si spaccava su quei libri anche nel tempo libero e per lei studiare non è mai stato un peso, ma una passione. Se i soldi proprio le avessero fatto schifo, sarebbe addirittura potuta diventare un’insegnante precaria nelle scuole private di Milano frequentate dai figli di papà di Corso Como, per i quali l’unica filosofia (di vita) risiede nel Dom Pérignon al The Club il venerdì sera.

E invece no: Aurora ha deciso di reinventarsi in un’azienda tech e oggi scrive linee guida etiche per l’AI e spiega agli ingegneri perché un algoritmo può essere razzista. Dite che le è andata meglio di quanto le si prospettava all’inizio? FORSE sì.

E, ultimo ma non ultimo, la storia di Pietro: quel biologo che amava fare ricerca in Italia sottopagato, con borse di studio a 6 mesi, neanche fossero titoli di Stato a breve termine, e che, dopo anni passati a leccare i piedi al ricercatore strutturato nerd che lavora per la prof da dieci anni e vive ancora con la madre, ha deciso di attaccare il camice al chiodo. Prima ha urlato la sua frustrazione, poi la sua competenza, con un gesto di dissenso: aprendo un profilo social e iniziando a fare divulgazione, dimostrando che la scienza non è solo quella chiusa nei paper, ma anche quella condivisa con il grande pubblico.

Ma perché noi di Tentacoli vi abbiamo raccontato queste storie?

Perché, come diciamo sempre e come sosteniamo fermamente, le carriere non sono (e non possono più essere) lineari. Un lavoro non è più come un diamante: “per sempre”.

E fermarsi all’indeterminato, soprattutto se avete tanto altro da offrire, non è sempre la scelta più saggia.

Tentacoli è la newsletter settimanale nata per raccontare e dare dignità a questo tipo di percorsi. Vuole dimostrare che non c’è niente di sbagliato nell’essere curiosi, nel cambiare direzione, nel non avere un percorso dritto e prestabilito da esibire su LinkedIn.

Offriamo spunti concreti con storie, strumenti e domande scomode che possano diventare un grimaldello mentale, costruendo una community di persone che vedono il lavoro non come una gabbia, ma come un campo di possibilità ibride.

Per questo, iscriviti a Tentacoli e, se hai una storia interessante da raccontare, rispondi a questa mail.

Saremo felici di ascoltarla e, magari, anche di raccontarla.


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