Non accetto in questa discussione nessuno che da un momento all’altro possa dire “questa cosa non mi riguarda”, perché va bene che c’è gente visionaria che ha trovato la propria missione di vita, ma in percentuale è molto poco probabile che tu sia una di quelle, ma piuttosto è molto più probabile che tu sia in questo momento sopra la tazza del cesso a chiederti cosa fare della tua vita.
E ti assicuro che lo rifarai anche domani, e dopodomani, e il giorno dopo ancora e l’unica cosa che posso davvero sperare per te è che tu ti ricordi almeno di lavarti le mani, prima di uscire da quel bagno.
Questo per dire che ci siamo passati tutti, più e più volte nella stessa vita e probabilmente non sarà l’unica né tantomeno l’ultima volta e vi prego NO, non abbiate il bias di pensare che solo voi avete questi pensieri, perché vi assicuro che anche quelli che sembrano “strong, straightforward, super-focused, e super-productive” poi alla fine hanno ambizioni, obiettivi, e pensieri esattamente come qualsiasi altro.
Detto questo, come facciamo a capire quando siamo davvero pronti a cambiare? E questo implicherebbe necessariamente buttare tutto all’aria, facendo come Penelope che filava di giorno e sfilava di notte, in attesa del suo amato Ulisse?
Tranquilli, per fortuna su questo argomento viene in nostro aiuto un po’ di complessità, che sebbene io non sia proprio un amante dei ragionamenti complessi che non portano a niente, questa volta data la natura del discorso abbiamo diverse sfumature di grigio, molte meno di 50 e senza nessuna spazzola che poi rovinerebbe i nostri amati capelli, o perlomeno chi ancora ce li ha…(a proposito se conoscete un buon olio per i capelli crespi fatemi sapere che devo cambiare il mio).
Ma partiamo dal presupposto che siamo tutti dei cazzari, e no non mi sto riferendo a quell’amico bisognoso di attenzioni che non si sentiva abbastanza amato dai genitori e che alla veneranda età di 17 anni, appena vi siete conosciuti, per fare colpo su di voi inventava che aveva 6 Fender e 3 Stratocaster a casa e che aveva suonato sui migliori palchi di tutto il mondo (storia, ahimé, vera).
No, mi riferisco al fatto che ci diciamo una marea di cazzate costantemente, per convincerci di varie cose che ci fa comodo pensare, o per aumentare o diminuire quel briciolo di autostima che abbiamo - e non capiamo che dovremmo invece rassegnarci e affidarci assolutamente ad uno bravo che ce li risolva.
Perché dico questo?
Prima di tutto perché dobbiamo dare una corretta definizione della parola “cambiamento”. Infatti non tutte le volte vogliamo cambiare drasticamente, magari vogliamo solo cambiare piccole cose, come detto sopra (a proposito, avete trovato un buon olio per capelli crespi da consigliarmi? Anche un balsamo ricostituente va bene in realtà…).
E non per forza dobbiamo sbroccare con il nostro manager, salire sul tavolo, twerkare e mostrare il dito medio buttando il nostro badge nel cestino e dandogli fuoco mentre urliamo “ME NE VADO MERDE!”.
No, perché a volte siamo solo stressati, o abbiamo bisogno di un weekend lungo a casa della suocera per convincerci che tutto sommato il nostro lavoro e la nostra routine a casa è oro. O meglio ancora, ricordarsi che ci sono lavori peggiori, come gli insegnanti, che un tempo erano rispettati e invece oggi devono fare lo slalom tra i metodi montessoriani e le lamentele dei genitori perché “se mio figlio vuole cagare nel piatto di riso e fagioli deve essere libero di farlo ok??? Perché è il suo modo di esprimersi ok???”.
Insomma, se hai quel sogno di aprirti un profilo su Etsy di bacchette da sushi fatte a mano o centrini della nonna dal dubbio gusto…aspetta, perché potresti perdere delle opportunità.
Infatti, il cambiamento a volte parte piano: inizi a rispondere alle persone con un tono crescente di disperazione, ti trovi a leggere offerte di lavoro alle 2 di notte senza sapere cosa stai cercando o scopri che quell’azienda che fa trattori per spalare immondizia in Groenlandia tutto sommato non è proprio male - alla fine danno pure i buoni pasto e uno zainetto col logo rigorosamente scolorito perché il magazzino ha un tetto trasparente e ci batte sempre il sole (ma come fa il sole in Groenlandia a scolorire i tessuti??? Io boh certe cose proprio non le capisco…).
Infatti il vero segnale non è la crisi, ma la lucidità.
Io tutte le volte che nella vita mia mi sono reso conto che volevo cambiare, l’ho fatto per dei motivi specifici, è vero. Ma oggi mi rendo conto che il fil rouge di quei cambiamenti è sempre stato uno: non il coraggio, non l’incoscienza, ma la sopravvivenza.
Perché non ero felice, e volevo tornare a sorridere. E ovviamente anche di coerenza con sé stessi e dei propri interessi-valori-aspirazioni-ambizioni.
Ma come, mi parli di coerenza tu che nel tuo mondo ideale ogni 2 anni cambieresti ruolo perché hai la condanna di essere un curioso e quindi vorresti sempre imparare, scoprire cose nuove, avere i giusti stimoli e tutte queste menate anziché stare in un ruolo, soffrire e baciare i piedi al tuo capo perché ti ha dato un lavoro e COOOSA mi vieni pure a chiedere una promozione per avere più ownership e responsabilità?!?!?!?!
Ma roba da matti.
Ecco, fortunatamente, se ti rispecchi in queste parole, posso dirti che non sei solo.
Non avrai trovato sicuramente l’attività migliore da fare, il tuo ruolo nel mondo, la tua missione di vita, e magari ti stai realmente chiedendo chi sei e qual è il tuo ruolo su questa Terra, ma non importa. Sappi che noi, fatti così, dovremo gestire a vita questo nostro modo di essere, e può essere un valore, se impariamo a gestirlo.
Siamo persone che si sfidano in continuazione, che si questionano in continuazione, che si fanno domande in continuazione, e che fanno overthinking in continuazione.
Insomma, credo che il concetto sia chiaro: non tutti i cambiamenti sono uguali, bisogna solo capire, su una scala da 1 a 10, che grado di cambiamento vogliamo attuare nelle nostre vite in quel momento.
Magari, cambia solo il modo in cui ti racconti.
Magari, cambia solo il tempo che dedichi a ciò che ti interessa davvero.
Magari, cambia solo la domanda che ti fai ogni lunedì mattina.
Ed è importante riuscire a capirlo, perché altrimenti, ti ritrovi a cercare e a cambiare lavoro, quando bastava…solo un olio per capelli.